Non è noto l’importo per le famiglie con figli ma la L. 46/2021 ha gettato le basi della nuova misura, che comprende anche i lavoratori autonomi e non solo i dipendenti.
L’Italia è quasi all’ultimo posto tra i Paesi europei per risorse destinate al sostegno delle famiglie con figli a carico e, in considerazione anche del calo delle nascite dell’ultimo anno (-3,8%, complice sicuramente anche l’emergenza epidemiologica), finalmente si è deciso di intervenire per potenziare le misure. In effetti la L. 6.04.2021, n. 46 delega l’attuale esecutivo a emanare uno o più decreti legislativi volti a “riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale”.
L’indicazione “unico” lascia evidentemente intendere che le misure attualmente in vigore verranno progressivamente sostituite. In particolare saranno eliminati: l’assegno destinato ai nuclei familiari con almeno 3 figli minori, l’assegno di natalità, il premio alla nascita o adozione e il fondo di sostegno alla natalità. Più a lungo termine saranno riformate o soppresse le detrazioni Irpef per figli a carico e l’assegno al nucleo familiare (misura introdotta fin dal 1955).
Le risorse stanziate, che ammontano, secondo le previsioni, a 19 miliardi per il 2021 e a 21,6 miliardi di euro per il 2022, porteranno, a regime, un beneficio complessivo maggiore di circa 40% rispetto a quanto sino a oggi ricevuto dalle famiglie. La riforma dovrebbe (come detto la legge delega necessita dei decreti attuativi) prendere l’avvio dal 1.07.2021 e prevede che beneficiari dell’assegno unico e universale possano essere tutti i lavoratori con figli a carico, senza distinguere tra subordinati o autonomi.
L’assegno sarà riconosciuto mensilmente già a decorrere dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del 21° anno di età purché frequenti un percorso di studi o anche oltre il 21°anno purché disabile. Il sostegno sarà riconosciuto in egual misura a entrambi i genitori, cittadini italiani o regolarmente soggiornanti nello Stato, purché residenti o domiciliati con i figli a carico per l’intera durata del beneficio e soggetti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia.
Non è ancora noto l’ammontare dell’assegno ma sarà modulato in funzione della condizione economica familiare. Sarà liquidato come credito di imposta o come erogazione di una somma in denaro e sarà compatibile con le altre forme di sostegno come ad esempio il reddito di cittadinanza, il quale però sarà necessariamente rideterminato in funzione del valore dell’assegno.
Il sostegno economico non verrà computato come reddito ai fini della richiesta delle prestazioni sociali agevolate, dei trattamenti assistenziali e di altri benefici sociali previsti da altre norme in favore dei figli con disabilità.
Non ci sono solo i vantaggi attesi ma anche qualche svantaggio: i nuclei con figli di età maggiore di 21 anni perderebbero il diritto alle detrazioni e l’ISEE dovrà necessariamente essere manutenuto, in quanto a oggi si verificherebbe una penalizzazione dei nuclei famigliari particolarmente numerosi. Per una piena valutazione della nuova misura però non resta che attendere la sua entrata in vigore (si spera) nei tempi indicati.
Fonte: https://www.tutelafiscale.it/novita-in-vista-lassegno-unico-e-universale/