Negli archivi degli incentivi resterà forse come un caso scuola perché arriva al traguardo dopo un tempo lunghissimo, quasi tre anni. Da oggi le imprese possono presentare domanda per le agevolazioni a progetti innovativi previste dal “Green new deal”, strumento lanciato con grande enfasi con la legge di bilancio 2020 dall’allora ministro dell’Economia Gualtieri (governo Conte II).
In tutto sono disponibili 750 milioni.
L’incentivo, un mix di finanziamento agevolato e fondo perduto, è rivolto alle imprese di qualsiasi dimensione che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e ai centri di ricerca che presentano progetti – anche in forma congiunta tra loro – di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale e/o, solo nel caso delle Pmi, di industrializzazione dei risultati della R&S. Si deve interviene in ambiti ritenuti strategici per la transizione ecologica cioè decarbonizzazione dell’economia, economia circolare, riduzione dell’uso della plastica, rigenerazione urbana, turismo sostenibile, mitigazione dei rischi del cambiamento climatico, con progetti devono prevedere spese e costi ammissibili tra 3 e 40 milioni e di durata compresa tra 12 e 36 mesi.
I contributi a fondo perduto, per i quali ci sono a disposizione 150 milioni, possono arrivare al 15% dei costi ammissibili come contributo alla spesa e al 10% come contributo in conto impianti. Il finanziamento agevolato invece, supportato con 600 milioni del Fondo rotativo imprese della Cassa depositi e prestiti, a un tasso non inferiore allo 0,5% nominale annuo, deve coprire una percentuale nominale delle spese tra il 50 e il 70% e deve necessariamente essere accompagnato da un finanziamento bancario (per almeno il 10%) regolato da una convenzione tra il ministero delle Imprese e del made in Italy, Abi e Cassa depositi e prestiti. L’addendum alla convenzione, un documento di 57 pagine disponibile sul sito dell’Abi, è stato siglato il 10 novembre e contiene il modello di attestazione creditizia che dovrà essere allegato alla domanda di agevolazioni.
Le imprese possono presentare la domanda esclusivamente online, anche in forma congiunta, nella piattaforma, dal lunedì al venerdì tra le 10 e le 18 (la fase di precompilazione è iniziata il 4 novembre). Due le procedure: a sportello, per i programmi di importo non inferiore a 3 milioni e non superiore a 10 milioni, con un massimo di tre imprese partecipanti; oppure negoziale per i programmi di importo superiore a 10 milioni e non superiore a 40 milioni, con un massimo di cinque imprese partecipanti. In entrambi i casi le domande accedono alla fase istruttoria sulla base dell’ordine cronologico di presentazione nel limite delle risorse disponibili. Nella fascia 3-10 milioni, una quota pari al 60% delle risorse è riservata a Pmi e reti di imprese e una sottoriserva del 25% alle micro imprese.
Nel caso della ricerca industriale e sperimentale, le spese ammissibili, nel rispetto del regolamento europeo Gber, variano dai costi per il personale dell’impresa proponente, limitatamente a tecnici, ricercatori ed altro personale ausiliario, a strumenti e attrezzature; dai servizi di consulenza alle spese generali relative al progetto e a materiali utilizzati. Per i progetti di industrializzazione delle Pmi sono incentivate le spese per macchinari, impianti e attrezzature, compresi i software; le immobilizzazioni immateriali relative a brevetti, know how o diritti di licenza di nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi; servizi di consulenza.
Fonte: Redazione TFDC